Il territorio conserva tracce di frequentazioni dal Paleolitico.
La leggenda vuole Positano fondata da Poseidone, il dio del mare
Nettuno, per amore della ninfa Pasitea da lui amata. Certo è che
i Fenici e Greci, nei loro viaggi verso occidente, posero piede
in questa contrada allora forse abitata da Oschi o Piceni. I Romani
costruirono nei pressi della spiaggia Grande una ricca villa patrizia,
ora sepolta dai giardini e dalla Chiesa dell’Assunta. Con la caduta
dell’Impero Romano Positano entrò a far parte della Repubblica
di Amalfi, prima Repubblica marinara, e attraversò un periodo
floridissimo grazie al commercio marittimo con gli altri paesi
del Mediterraneo.
Con la conquista normanna nella seconda metà dell’XI secolo iniziò
un periodo di decadenza. Purtroppo seguirono ancora periodi tristi,
specie con la dominazione angioina ed aragonese che vide più volte
il paese esposto alla offese prima dei pirati saraceni e poi di
quelli turchi. Per difendersi dalle continue incursioni piratesche,
i Positanesi eressero a propria difesa tre torri di guardia che
ancora oggi fanno bella mostra di sé a Fornillo, alla Trasita
ed alla Sponda ed altre all’interno dell’abitato. Nel 1492 Positano
fu feudo di Giovanni Miroballo e, in seguito, dei Mastrogiudice
e dei Cossa: in questo periodo devastarono il territorio, mentre
carestie, pestilenze e frequenti maremoti, provocarono una drastica
diminuzione della popolazione. Nei secoli XVI e XVII le solide
e veloci navi di Positano trafficarono col Medio Oriente portando
spezie, sete e legni preziosi. In questo periodo vennero costruite
le caratteristiche case barocche, che ancor oggi si vedono arroccate
sul monte, con i loro terrazzini protesi sul mare.
Nel ‘700 vi fu un periodo di floridezza come testimoniano le
numerose ville tardo barocche edificate lungo il versante orientale.
L’Unità d’Italia costrinse molti Positanesi, come tanti altri
meridionali, ad emigrare oltre Atlantico dove la fortuna arrise
a qualcuno di loro. Durante la prima guerra mondiale, Positano
pagò un altissimo tributo di sangue. Nel paese si rifugiavano
grandi artisti e letterati russi e tedeschi che, con le loro opere,
fecero conoscere questo angolo di paradiso al mondo intero. Dopo
la fine della seconda guerra mondiale, pittori, registi, scrittori,
ammaliati dalla magica atmosfera, attratti dalla sensuale bellezza
di Positano, sedotti dallo stile di vita dei pescatori, ristrutturano
casupole, conventi, costruiscono ville, creano rifugi dorati.
Esplode la famosa moda Positano: stravagante, variopinta, di fattezza
esotica.